10 anni di Fondazione FS: intervista al Direttore Generale Luigi Cantamessa
Valorizzare le ferrovie italiane non solo come mezzo di trasporto ma anche come patrimonio storico, culturale, tecnologico e sociale. È ciò che ha fatto Fondazione FS italiane fin dalla sua istituzione nel 2013. Un “seme germogliato che è diventato albero, ma protagonista in realtà è quel fenomeno unico che è la ferrovia”. A fare un bilancio dei 10 anni della Fondazione è il Direttore Generale Luigi Cantamessa in un’intervista rilasciata a “Mobility Magazine”.
Ingegnere cresciuto in FS, ha guidato la Fondazione facendosi promotore di progetti come “Binari senza tempo”, che ha portato alla riapertura di quasi 1.000 km di linee ferroviarie secondarie, storiche e turistiche, o ancora il rilancio del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. Per il manager la ferrovia può essere considerata al pari di un monumento, capace quindi di raccontare la storia dell’Italia e dei suoi abitanti, stimolare la creatività e l’innovazione e favorire l’incontro e il dialogo tra le persone. Ecco perché in questi dieci anni la priorità dell’ente è stata quella di cambiare la percezione, “far uscire la ferrovia da quel vicolo stretto e buio” e far germogliare nelle persone l’idea che degrado e abbandono non fossero l’unica alternativa: “Tutto ciò ha poi incrociato il fenomeno del rilancio del ruolo della cultura proprio per determinare i flussi turistici. Si è ritornati ad un’esperienza più matura del viaggio, e il treno a questo riguardo ha davvero milioni di carte da giocare, basti pensare a cosa può provare un cittadino dell’Ohio o del Qinghai scendendo alla stazione ferroviaria di Venezia”.
Fondamentale nel rilancio del patrimonio ferroviario la collaborazione che Fondazione FS è riuscita a stabilire con i territori e le istituzioni locali. Il Direttore Generale porta l’esempio del Treno di Dante, il treno storico con carrozze Corbellini che durante l’estate compie la tratta Firenze S.M. Novella-Ravenna passando per Faenza, alla scoperta delle terre del padre della lingua italiana: “Un modello così andrebbe esportato ovunque, specie sulle ex ferrovie concesse dove il turismo ferroviario sarebbe un’autentica miniera d’oro per i territori”. Il segreto del successo – testimoniato anche dagli oltre 200.000 followers sui social e dall’enorme numero di condivisioni e recensioni entusiastiche presenti in rete – è da attribuire alla capacità di Fondazione FS di riconoscere la ferrovia come vincolo tecnico e soprattutto ricordare che ogni viaggio inizia e si conclude in stazione: “L’altro elemento importante – conclude Luigi Cantamessa – è ricordare che la ferrovia trasporta persone e anime: e le persone si ricordano del rapporto che hanno vissuto col treno, di quanto di bello o di brutto hanno ricevuto. Questa onda di “ritorni” verso il treno storico, turistico, ma anche a prodotti che si davano per estinti come i treni notte, poteva essere una sorpresa per qualcuno, ma certo non per me: e questo è l’unico, vero merito che mi riconosco”.
Fonte 10 anni di Fondazione FS: intervista al Direttore Generale Luigi Cantamessa su Cultura360.