Gruppo Riva guida la transizione dell’Italia verso l’economia circolare

Gruppo Riva guida la transizione dell’Italia verso l’economia circolare
Gruppo Riva

Il Rapporto sull’Economia Circolare in Italia 2021, pubblicato lo scorso marzo, ha confermato per il terzo anno di seguito la posizione dell’Italia sul podio, rispetto agli altri Paesi membri dell’Unione Europea. A essere premiata è soprattutto l’adozione di strategie ottimali in termini di riciclo dei rifiuti, produzione e tasso di uso circolare dei materiali da parte delle grandi realtà che costituiscono il comparto produttivo del Paese. Tra queste, Gruppo Riva, il primo operatore siderurgico italiano, da tempo dimostra il suo impegno a favore della sostenibilità. Sono anni ormai che il Gruppo infatti intraprende una serie di attività focalizzate su innovazione e produzione sostenibile. Sebbene in passato le acciaierie erano ritenute tra i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico, oggi grazie all’impiego di processi produttivi innovativi alimentati da risorse provenienti da fonti rinnovabili la situazione è cambiata. Gruppo Riva ad esempio non solo sfrutta modelli di business fortemente incentrati sulla sostenibilità ma è diventato anche un modello di economia circolare, impegnandosi tra l’altro nel far raggiungere all’Italia i target di transizione ecologica prefissati a livello europeo e internazionale. Il Gruppo condivide di fatto gli stessi principi ed obiettivi riportati nel documento promulgato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Ambiente, avente il titolo “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”. Nella prospettiva di una circular economy applicata al settore siderurgico, gioca un ruolo fondamentale anche la materia prima. L’acciaio è in effetti un materiale completamente riciclabile e può quindi essere riutilizzato all’infinito, in perfetta sintonia con il concetto di circolarità dell’economia. Gruppo Riva utilizza persino i rottami ferrosi, classificati nel Regolamento Europeo 333/2011 come “end of waste”, per l’alimentazione dei forni elettrici, compiendo un ulteriore passo verso la conversione del settore siderurgico alla produzione sostenibile.
Per tutte le aziende sarebbe importante intraprendere un simile percorso e contribuire all’economia circolare, dato che significherebbe partecipare alla lotta ai cambiamenti climatici. Come riportato nel Circularity Gap Report 2021 del Circle Economy, infatti, se si raddoppia l’attuale tasso di circolarità dall’8,6% al 17%, si possono ridurre i consumi di materiale da 100 a 79 gigatonnellate e tagliare di conseguenza le emissioni globali di CO2 del 39% l’anno.

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