Schneider Electric: sostenibilità al centro dei data center

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Schneider Electric pone la sostenibilità al centro della sua missione, impegnandosi a guidare con l’esempio e a fornire ai clienti soluzioni per raggiungere i propri obiettivi ambientali. “È al cuore di ogni nostra azione, guida i nostri comportamenti, riflette i valori aziendali e ispira il modo in cui sviluppiamo i nostri prodotti,” afferma Laura Ippolito, responsabile sviluppo business Secure Power.

Oltre 15 anni fa, la multinazionale ha creato un “barometro della sostenibilità” per monitorare le sue iniziative, evolutosi oggi nel programma Schneider Sustainability Impact (SSI). Questo framework guida le azioni dell’azienda e misura il suo impatto su ambiente, economia e società.

“Da un lato guidiamo il nostro ecosistema dando l’esempio, dall’altro ci impegniamo a fornire ai clienti soluzioni che li aiutino a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Il mercato riconosce la nostra leadership anno dopo anno. Il Time, in collaborazione con Statista, ci ha posizionati al primo posto tra le 50 aziende più sostenibili,” spiega con orgoglio Ippolito.

Nella visione del data center del futuro di Schneider Electric, la sostenibilità è il primo pilastro. “In passato, quando si parlava di sostenibilità del data center ci si focalizzava sull’efficienza operativa. Grazie a una pianificazione ottimizzata del data center stesso, in un decennio abbiamo guadagnato efficienza nell’operatività e anche nei consumi energetici. La capacità di un datacenter aumenterà, per questo è necessaria una visione più ampia, che consideri anche le emissioni di gas serra, l’uso di materie prime e dell’acqua, il terreno, la catena di fornitura e così via,” continua Ippolito.

La maggior parte delle emissioni di gas serra di un data center deriva dal consumo di elettricità delle apparecchiature, classificate come emissioni Scope 2 secondo il GHG Protocol Corporate Standard. Ci sono anche le emissioni Scope 1, derivanti dall’SF6, un potente gas serra presente nei quadri di media tensione, e dai refrigeranti utilizzati nei sistemi di raffreddamento. Le emissioni Scope 3 includono le emissioni indirette legate all’intera catena del valore del data center.

Un altro aspetto cruciale è la gestione dei rifiuti. L’adozione di pratiche di economia circolare è strategica per minimizzare la generazione di rifiuti elettronici e favorirne il riciclo. Anche se l’impatto diretto sul territorio è minore rispetto ad altri settori, è importante monitorare l’impronta del data center.

Per aiutare gli utenti, l’azienda ha sviluppato una guida che fornisce indicazioni pratiche. “L’approccio prevede una strategia basata su dati concreti, per ridurre gli impatti ambientali e definire obiettivi misurabili per una rendicontazione chiara e trasparente,” spiega Ippolito. I data center dovrebbero essere sostenibili fin dalla progettazione, mettendo al centro la longevità dei prodotti, la facilità di manutenzione e la riduzione delle emissioni di carbonio.

Massimizzare l’efficienza operativa implica un monitoraggio costante e l’analisi dei dati per migliorare le prestazioni e ridurre i costi. “Nella gestione del mix energetico, l’adozione di fonti rinnovabili e la decarbonizzazione della catena di fornitura rappresentano le condizioni per ridurre al minimo l’impatto ambientale,” continua Ippolito. Sottolinea l’importanza di ridurre le emissioni incorporate nei componenti, notando che già per l’80% dei loro prodotti forniscono un completo profilo ambientale.

Il loro impegno è condiviso attivamente dai partner di canale, supportati sul versante della sostenibilità attraverso varie iniziative e attività di formazione. Questo sforzo collaborativo sottolinea la dedizione dell’azienda nel promuovere soluzioni eco-friendly nell’intero settore.

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