Problad®: fungicida naturale a basso rischio per il biocontrollo

Problad®: fungicida naturale a basso rischio per il biocontrolloProblad®: fungicida naturale a basso rischio per il biocontrollo

Il cambio di paradigma nella protezione delle colture è già in atto: meno sostanze attive disponibili, patogeni più resistenti e maggiore pressione normativa spingono verso strategie di difesa integrata che combinano genetica, pratiche agronomiche, mezzi fisici e soluzioni biologiche. In questo scenario, la frontiera del bio-based avanza con prodotti selettivi, tracciabili e compatibili con gli obiettivi di sostenibilità, capaci di parlare tanto agli agricoltori quanto alla filiera distributiva.

La ricerca sta valorizzando soluzioni che nascono dalla natura e si integrano con la chimica tradizionale: estratti vegetali, microrganismi antagonisti, induttori di resistenza e proteine funzionali definiscono il perimetro del nuovo biocontrollo. L’obiettivo è duplice: contenere le malattie fungine salvaguardando la produttività e ridurre l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo colturale.

In questo contesto si inserisce Problad®, fungicida di nuova generazione sviluppato da Certis Belchim. La sua componente attiva è BLAD, una proteina ottenuta dal seme germinato di lupino dolce (Lupinus albus), identificata e isolata con processo controllato. Registrato in Europa come prodotto fitosanitario a “basso rischio”, agisce in modo selettivo e rapido contro numerosi funghi patogeni, risultando neutro sulla pianta e rispettoso dell’entomofauna utile.

Come ricorda il professor Giancarlo Polizzi, la traiettoria è chiara: “Il mondo della difesa fitosanitaria è in continua evoluzione e sempre più attento alle tecniche di difesa che assicurano un contenimento delle malattie nel rispetto dell’ambiente e della salute degli operatori e dei consumatori. Una maggiore sicurezza è proprio uno dei vantaggi introdotti dall’innovazione di Problad®, accompagnata da un minor impatto ambientale e un minore rischio d’insorgenza di resistenze del prodotto rispetto ai fungicidi tradizionali, spesso soggetti a una rapida perdita di efficacia per la comparsa di ceppi patogeni resistenti alle molecole di sintesi”.

Il meccanismo d’azione è l’elemento distintivo: contatto a bersagli multipli, cioè un’azione multisito che altera l’equilibrio cellulare del fungo bloccandone funzioni enzimatiche vitali e innescando danni ossidativi irreversibili. Opera in prevenzione, nelle fasi iniziali dell’infezione e come antisporulante, mostrando stabilità anche con condizioni meteo avverse in cui diversi agenti microbiologici vanno in sofferenza. Il movimento translaminare migliora la protezione dei tessuti trattati, garantendo copertura omogenea della lamina fogliare e performance oltre gli standard biologici di riferimento.

Sul piano della gestione agronomica, Problad si inserisce con naturalezza nei programmi di SQNPI e in biologico, oltre che in strategia con fungicidi convenzionali. La compatibilità con i sistemi di supporto alle decisioni (DSS), l’uso in agricoltura di precisione e la miscibilità ampia agevolano calendarizzazione e sostenibilità economica degli interventi. Tra i plus più rilevanti figurano l’assenza di LMR in raccolta, l’assenza di intervallo di sicurezza e la selettività sulle colture autorizzate.

A confermare la visione, le parole di Rita Milvia De Miccolis Angelini: “Sicuramente ha tutti i requisiti per essere considerato innovativo, ma soprattutto risponde alle esigenze di sostenibilità richieste oggi, oltre alla necessità di dover trovare nuove soluzioni per la difesa, considerata la scarsità delle molecole ancora disponibili. L’origine naturale del principio attivo di Problad® lo rende un mezzo innovativo anche per le produzioni biologiche, con un meccanismo d’azione nuovo che può portare solo un miglioramento nel panorama della difesa fitosanitaria, soprattutto poi se l’efficacia è così elevata, come sembra”.

La dimensione di mercato è altrettanto centrale: standard europei stringenti su fitosanitari e sicurezza alimentare, insieme a richieste della GDO su residuo e accessibilità, richiedono soluzioni coerenti. Lo sottolinea Simona Rubbi (Cso Italy): “Avviare una buona difesa già in campo crea un circolo virtuoso e sostenibile per l’intera filiera: l’agricoltore, adottando pratiche mirate, riesce a completare la produzione anche in presenza di difficoltà legate al cambiamento climatico; questo garantisce la continuità dell’offerta di prodotti ortofrutticoli al consumatore e sostiene l’attività di tutti gli attori della filiera, dal campo alla tavola”.

Sul fronte tecnico, le prove in campo hanno evidenziato efficacia su colture orticole e frutticole contro patogeni di primo piano quali oidiobotrite, monilia e brusone del riso. Le finestre di intervento sono flessibili e non pongono vincoli di carenza, abilitando strategie ravvicinate nei picchi di pressione infettiva e una rotazione intelligente per mitigare la comparsa di resistenze.

Dalla pratica arrivano riscontri concreti. Paolo Vinotti, agrotecnico ligure, racconta: “A livello di efficacia è sicuramente paragonabile agli standard chimici. La differenza, nonché grande vantaggio, sta nel fatto che il prodotto non è residuale e non c’è di fatto un limite di applicazioni in termini di rischio d’insorgenza di resistenza. In più, non ha praticamente tempo di carenza: questo è un plus importantissimo nel caso delle aromatiche in vaso, perché nel periodo di commercializzazione i prodotti chimici competitor avrebbero tutti tempi tecnici di carenza sui 7-14 giorni, mentre con Problad® si può trattare praticamente fino a ridosso del carico della vendita”.

Il percorso di divulgazione procede anche sul territorio, con un tour tecnico che ha toccato diverse aree produttive italiane, coinvolgendo operatori, consulenti e distribuzione. A chiudere il cerchio, la riflessione di Ivano Valmori (Image Line/AgroNotizie): “Aver partecipato in prima persona, mi ha permesso di approfondire il lungo percorso che ha portato alla registrazione, anche in Italia, di Problad®, il primo fungicida di origine naturale riconosciuto dalle autorità come ‘prodotto fitosanitario a basso rischio’, che va proprio nelle direzioni tracciate per il futuro dell’agricoltura europea”.

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