Andrea Prencipe (Luiss): la “leggerezza” di Italo Calvino come chiave dell’innovazione
Poco prima della sua morte, Italo Calvino era stato invitato ad Harvard per un ciclo di lezioni. Nascono così le famose “Lezioni americane”, che lo scrittore italiano aveva preparato per confrontarsi con gli studenti universitari. Lezioni tuttavia mai avvenute: Calvino fu colpito da un ictus pochi mesi prima di recarsi a Cambridge. L’opera, pubblicata postuma, contiene sei lezioni: ogni titolo rappresenta un valore della letteratura ritenuto indispensabile per leggere i cambiamenti del nuovo millennio. La prima è intitolata “Leggerezza”. Ed è in questa, secondo Andrea Prencipe, che è presente “forse uno dei passaggi più visionari” dello scrittore. In un editoriale scritto a quattro mani con Massimo Sideri e recentemente pubblicato su “Corriere Innovazione”, il Rettore della Luiss evidenzia la forte attualità e interdisciplinarietà del pensiero di Calvino. Nella prima lezione, l’intellettuale aveva già percepito l’importanza del software rispetto all’hardware. Ancor prima del dispiegarsi del digitale. Ancor prima dell’affermarsi dei Data come il “nuovo petrolio”. Per lo scrittore la rivoluzione industriale era in procinto di assumere le sembianze dei bits, “di un flusso di informazione”. La leggerezza opposta al peso delle acciaierie, simbolo del precedente passaggio di tecnologie. La prima lezione continua con la volontà di Calvino di “sottrarre peso” alla struttura del linguaggio e del racconto utilizzata fino a quel momento. L’obiettivo era quello di cambiare prospettiva, provare approcci e logiche diverse. Andrea Prencipe vede nelle parole dello scrittore una rappresentazione dell’innovatore schumpeteriano, “che utilizza altre lenti per vedere il mondo che non c’è”. E oggi l’innovazione va di pari passo con la leggerezza. Con la sottrazione di peso, ricordando le parole dello scrittore. Ricerca scientifica e ricerca industriale oggi creano “percorsi e spazi tecnologici leggeri per bilanciare il peso di noi esseri umani”. “Se millenni di progresso hanno dunque inseguito la pesantezza – conclude il Rettore della Luiss – è stata la leggerezza del vapore a sprigionarne la vera forza. Il rapporto tra la prima industria e le particelle del vapore acqueo sembra anticipare il paradigma di Calvino su hardware e software. La gestione del cambiamento di stato sembra essere la vera chiave dell’innovazione”.
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