Marilisa D’Amico ospite della trasmissione dell’Associazione radicale Luca Coscioni

Marilisa D’Amico è stata ospite dell’ultima puntata de “Il Maratoneta – trasmissione a cura dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica”, andata in onda lo scorso sabato 3 novembre. L’intervento, durato circa una decina di minuti, ha visto il susseguirsi di diverse tematiche quanto mai attuali e inerenti alla bioetica e ai diritti civili, oltre a interessanti spunti per una riflessione collettiva ragionata su questi argomenti. Il Prorettore dell’Università degli Studi di Milano ha esordito ricordando la ricorrenza, quest’anno, del triste anniversario delle leggi razziali fasciste, che proprio nel 2018 raggiungono gli ottant’anni dalla vergognosa promulgazione. Partendo da questo presupposto, il docente di Diritto Costituzionale mette in guardia dal possibile ripetersi e riproporsi, in forme diverse ma altrettanto preoccupanti, di pericolose ingerenze di campo da parte di uno stato in vari modi totalitario. Ricorda, infatti, come queste stesse leggi a difesa di una presunta superiorità della razza ariana sulle altre iniziarono anche a causa della totale sottomissione degli scienziati di spicco dell’epoca ai diktat del regime fascista: il messaggio neanche troppo sottinteso che si vuole veicolare è che i rischi di una deriva sono ancora oggi vivi e presenti nel momento in cui la scienza abdica in toto al suo ruolo e non è più imparziale, bensì asservita alla peggiore politica. In aggiunta e integrazione a ciò, Marilisa D’Amico prosegue il suo intervento sottolineando l’importanza che ancora oggi riveste in Italia la Costituzione e auspicando una rinnovata tutela e salvaguardia della carta costituzionale, in particolare degli articoli 2 e 3, dell’articolo 32 sul diritto alla salute e dell’articolo 33 sulla libera esistenza e sul libero insegnamento di arte e scienza. Nel suo pensiero e nelle sue parole, è inoltre fonte di preoccupazione l’utilizzo che si fa ancora oggi nelle sedi preposte alla discussione e dialettica politica di strumenti come circolari e leggi che, esattamente come durante gli anni del Fascismo, violano i principi costituzionali configurandosi come norme palesemente contrarie a essi. Prosegue poi entrando nel vivo del dibattito e di quelle che sono le tematiche centrali dell’incontro, enunciando il problema ancora oggi attuale della Legge 40 del 2004 che regolamenta, in senso fortemente restrittivo e limitativo della libertà personale, la procreazione medicalmente assistita in Italia. Pur superata da diverse sentenze e pareri della Corte Costituzionale, che soprattutto a partire dal 2009 si è pronunciata a favore di una riaffermazione della scienza e della medicina sulle precedentemente legalizzate ma indebite intromissioni della politica, la fecondazione assistita continua pur tuttavia a violare sistematicamente l’autodeterminazione della donna. Il Prorettore dell’Università degli Studi di Milano punta inoltre i riflettori sul problema della persistenza di un Codice Penale come quello italiano che è ancora in larga parte corrispondente al Codice Rocco promulgato nel 1930, dunque in pieno periodo fascista, nonostante i numerosi tentativi di abrogazione succedutisi nel corso degli anni: tra questi, ricorda anche il fallito referendum radicale del 1978. A supporto della sua tesi, porta anche l’esempio quanto mai attuale e significativo, oltreché mediaticamente efficace, dell’applicazione tuttora vigente dell’articolo 580 del sopracitato Codice Penale, che punisce chi come il radicale Marco Cappato è venuto in aiuto di persone impossibilitate a portare a termine autonomamente le scelte personali in merito al termine ultimo della propria vita. Marilisa D’Amico conclude riaffermando quello che è stato il filo conduttore e il comune denominatore del suo discorso, ovvero la sfida quanto mai attuale della tutela delle libertà personali e del contrasto a logiche illiberali e a rigurgiti di stato etico.

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