Conflitto in Ucraina: l’Italia si prepara all’”economia di guerra”? Il punto di Giampiero Catone

Giampiero CatoneGiampiero Catone

A seguito del recente conflitto che ha colpito l’Ucraina, si parla sempre più spesso di “economia di guerra”: ma di cosa si tratta? Quali ricadute potrà avere sul nostro Paese? Giampiero Catone affronta il tema in uno dei suoi approfondimenti sul quotidiano “La Discussione”.
Con il prolungarsi della guerra, molti Governi stanno prendendo in considerazione la possibilità di adottare specifiche misure di politica economica: con il termine “economia di guerra” si intende una sospensione o un restringimento forte dell’economia di mercato che viene soppiantata da un’economia pianificata in cui si determina cosa produrre e di cosa invece interrompere momentaneamente la produzione.
L’attuale situazione fa quindi emergere preoccupazioni e tensioni per le possibili ripercussioni economiche: dal mondo dell’autotrasporto, alla pesca, alle diverse attività agroalimentari, incluse le famiglie e le imprese. Agli autotrasportatori e ai pescatori ai quali risulta più redditizio rimanere stazionati nei piazzali e nei porti, si aggiungono gli agricoltori che si ritrovano ad affrontare costi di produzione maggiori degli effettivi guadagni. L’aumento del prezzo di energia, gas, benzina e gasolio e il blocco delle materie prime (che provocherà il fermo della produzione di imprese e industrie) non fanno altro che aumentare l’inquietudine tra i cittadini. “C’è da prendere atto che – afferma Giampiero Catone – avremo mesi difficili, anzi ad essere realistici, potremmo dire tempi imprevedibili”.
Sarà infatti l’imprevedibilità a delineare l’andamento dei prossimi mesi. Alcune catene della grande distribuzione hanno già annunciato di essere pronte a razionare le vendite di alcuni generi alimentari e a questo problema si somma quello della produzione industriale che deve fare i conti con la mancanza di materie prime e il conseguente aumento dei costi. Nel citare l’indagine del Centro Studi Confindustria, Carlo Bonomi sottolinea come l’impatto economico del conflitto tra Russia e Ucraina “contribuirà a generare ulteriori squilibri nell’attività industriale dei prossimi mesi peggiorando la scarsità di alcune commodity, rendendo più duraturi gli aumenti dei loro prezzi, oltre ad accrescere l’incertezza, rischiando di compromettere così l’evoluzione del Pil nel 2022”.
Ma si può già parlare di “economia di guerra”? A margine del Consiglio europeo di Versailles sull’Ucraina, Mario Draghi ha affrontato il tema: “Dobbiamo prepararci ma non è assolutamente un’economia di guerra – ha chiarito il Premier – prepararsi non vuol dire che ciò debba avvenire, sennò saremmo già in una fase di razionamento”.
Come sottolinea Giampiero Catone, secondo uno studio della Fondazione Eni-Enrico Mattei, il rischio di un possibile razionamento sarebbe piuttosto concreto con conseguenti blackout della corrente elettrica e tagli alle erogazioni di gas per uso industriale o domestico. “Vorrà dire anche – continua il giornalista – che il prepararsi all’economia di guerra nelle prossime settimane inizierà a prendere forma, con meno gradi per il riscaldamento, con viaggi in meno in auto, cambi di orari negli uffici, con illuminazione pubblica che sarà ridotta, e visto che andiamo verso l’estate, bisognerà ridurre l’aria condizionata, i viaggi, le gite e le vacanze”.
In tutto ciò è fondamentale che i cittadini prendano atto dell’attuale situazione e delle possibili conseguenze future. Secondo il Presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, è fondamentale razionare i consumi: “La politica – fa presente – ci gira attorno. Le cose da fare subito sono due: riaprire davvero le centrali a carbone come accade in mezza Europa e dire chiaramente agli italiani che bisogna iniziare a spegnere la luce e ridurre i consumi”.
“Prendere coscienza dei problemi non è un male – conclude Giampiero Catone – lo faccia anche la politica, che in questi anni ha inseguito ogni chimera e velleità retorica, per non sapere attuare scelte chiare e a beneficio del Paese”.

Per maggiori informazioni:
https://ladiscussione.com/153437/economia/prepararsi-a-possibile-economia-di-guerra-litalia-ha-bisogno-di-scelte-rapide-e-concrete/

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