L’editoriale di Giampiero Catone sul nesso tra lavoro e previdenza
In Italia il 50% dei pensionati non è riuscito a versare neanche 15-17 anni di contributi ed è pertanto lo Stato a farsene carico. Il Direttore del quotidiano “La Discussione”, Giampiero Catone, risolleva una questione sulla quale anche il Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, ha espresso la propria preoccupazione. Al problema previdenziale si aggiunge inoltre quello legato al crollo del lavoro specializzato.
Nell’editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone avanza l’ipotesi che le due cose siano in realtà connesse. Da un lato c’è il personale specializzato che, sottoposto a turni pesanti e mal pagato, decide di fuggire all’estero, dall’altro c’è un sistema previdenziale che necessita di nuove entrate. Nel mezzo ci sono le imprese che sono tenute a versare oneri previdenziali talmente alti quasi da surclassare quelli delle tasse, nell’attesa di ricevere sgravi promessi ma che invece tardano ad arrivare. Da qui nasce la richiesta delle Associazioni di categoria di ridurre il costo del lavoro, per cercare di risolvere il “gravissimo problema della carenza di manodopera specializzata”. A incidere particolarmente sui costi delle imprese è appunto la parte previdenziale, eccessivamente onerosa e ostacolante per l’eventuale aumento dei salari, vale a dire ciò che porterebbe davvero un concreto beneficio ai lavoratori.
Nel nostro Paese, afferma il Direttore del quotidiano, c’è “un sistema disfunzionale che grava sul lavoro, sulle imprese e sulla manodopera, fino a trascinare nel gorgo delle inefficienze anche professionisti e lavoratori autonomi. Più del fisco sulle buste paga pesano gli oneri previdenziali. Non è azzardato dire che le imprese temono più i versamenti previdenziali che le tasse. Come ben sanno gli imprenditori le lacune normative e i tempi burocratici vanno ad incidere pesantemente sulla immediatezza degli sgravi richiesti”. L’attuale situazione impone dunque una riforma in grado di stravolgere due sistemi intimamente connessi, volontà tra l’altro espressa dal Premier Giorgia Meloni e dal Ministro del lavoro Marina Calderone. “Far lavorare persone – conclude Giampiero Catone – è un bene inestimabile non solo per la dignità personale, per le famiglie, per il Paese, ma lo è per un sistema previdenziale che ha necessità di nuove entrate”.
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Fonte L’editoriale di Giampiero Catone sul nesso tra lavoro e previdenza su Portale Economia.