L’intervista all’AD Paolo Gallo: Italgas verso la decarbonizzazione con un approccio meno ideologico

Paolo Gallo

Dopo aver messo a segno “un’operazione storica” che ha portato Italgas ad assorbire il suo principale competitor, l’AD Paolo Gallo torna a parlare di decarbonizzazione e transizione energetica in un’intervista rilasciata a “Repubblica”.

Con l’acquisizione di 2i Rete Gas, il secondo operatore italiano che conta 4,9 milioni di clienti, il Gruppo guidato da Paolo Gallo procede a passo spedito verso la creazione di “un operatore nazionale ed europeo capace di fare investimenti e in grado di guidare la transizione energetica”. A differenza dei piccoli operatori che non hanno la forza di fare gli investimenti adeguati in un contesto di incertezza legata all’assegnazione delle concessioni, i big come Italgas investono in ogni caso. “La nostra rete è all’avanguardia, completamente digitalizzata e in grado di distribuire, oltre al metano, biometano e idrogeno. Quella dei piccoli operatori no, con tutto ciò che ne consegue per la transizione energetica”, sottolinea il manager. Avere grandi operatori conviene anche sotto il profilo economico: “L’Authority stabilisce tariffe – a riconoscimento dei costi operativi – più basse per chi gestisce più contatori: si va dai piccoli operatori che hanno meno di 50mila utenze finali ai grandi con oltre 300mila, tenendo conto anche della densità abitativa. Sulla base di questa distinzione, noi ‘costiamo’ circa 10 euro in meno a contatore”.

Da un lato, quindi, c’è una maggiore competitività, dall’altro l’infrastruttura adatta a raggiungere gli obiettivi climatici. A tal proposito, Paolo Gallo prova a riportarci alla realtà. “In questi anni è stata raccontata una favola, che in quanto tale è a lieto fine. Il sistema energetico è complicato ed è fatto di domanda e produzione”. Se la prima è poco gestibile, la seconda con fonti rinnovabili non è programmabile, portando a un “mismatch” importante: “Non è possibile bilanciare il sistema solo con le batterie. Per esempio, se pensassimo di sostituire i 16 miliardi di metri cubi di gas stoccato e usato oggi per bilanciare il sistema energetico nazionale durante l’inverno, servirebbe l’equivalente di 200mila campi di calcio occupati da batterie”.

Da qui la necessità di abbandonare l’approccio ideologico, focalizzato sul perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione mediante una sola strada. Per l’AD di Italgas, bisogna invece “essere tecnologicamente neutrali e investire sull’innovazione”. Una delle vie percorribili è “la decarbonizzazione delle molecole che vengono immesse nella rete, come il biometano. Si ricava dal trattamento dei rifiuti agricoli, dei fanghi di depurazione e si qualifica come gas verde. Se questo si combina con sistemi di cattura della CO2, si qualifica come gas a CO2 negativa. La CO2 catturata può avere molti usi: se combinata con l’idrogeno, consentirebbe di creare metano sintetico”. In Italia, il potenziale di produzione di biometano è di 8-10 miliardi di metri cubi. L’upgrade a biometano di soli 2.000 impianti di biogas consentirebbe una produzione addizionale di circa 1,3 miliardi di metri cubi di gas rinnovabili.

Un’altra soluzione è chiaramente quella dell’idrogeno, la cui produzione però richiede costi ancora troppo elevati. “Le nostre reti sono già pronte per distribuirlo insieme ad altri gas – conclude Paolo Gallo – ma il costo dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili non è competitivo: c’è bisogno di investimenti in R&D per ridurne il costo di produzione”.

 

Per visualizzare l’intervista:

https://www.repubblica.it/economia/2025/01/01/news/italgas_gallo_intervista-423778877/

Fonte: L’intervista all’AD Paolo Gallo: Italgas verso la decarbonizzazione con un approccio meno ideologico su Energia e Ambiente.

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